Classe 1984, Lea Lu, musicista zurighese con radici francesi, algerine e polacche, suona vari strumenti tra cui violino, chitarra e pianoforte, e scrive sia il testo che la musica delle sue canzoni. Finora ha pubblicato quattro album, a inizio estate uscirà il nuovo EP.
Fin da piccola, per Lea Lu i tasti del pianoforte non erano bianchi e neri. «Il Re era verde, il Mi arancione», racconta la cantautrice zurighese. Quando a cinque anni improvvisava motivi musicali, vedeva davanti a sé sequenze di colori che le permettevano di ricordare le melodie. «Pensavo che lo facessero tutti», ricorda.
La sinestesia è una percezione particolare dei sensi
Per lei era normale associare i suoni ai colori. Solo molto tempo dopo leggendo una documentazione sul tema, Lea Lu, oggi trentanovenne, ha scoperto di essere sinestetica.
La sinestesia è una predisposizione, non una malattia: si tratta di un particolare fenomeno percettivo in cui perlopiù due stimoli sensoriali sono interconnessi. Secondo le stime, solo il 4% delle persone ha questa capacità: per alcune persone, ad esempio, i numeri hanno un colore o le parole un gusto. Per Lea Lu ogni nota ha un colore specifico.
«Un suono mi arriva sempre accompagnato da un colore.»
«Un suono mi arriva sempre accompagnato da un colore», afferma. E mentre canta? «Quando canto, percepisco qualcosa con tutti i sensi, sento il respiro, tutto il corpo, magari anche la chitarra tra le mani – ma sotto il suono c’è sempre un riflesso colorato.»
Quando compone le canzoni, i colori li vede ancora più nettamente. «Il La maggiore è sempre rosso lampone, il Fa maggiore verde scuro, il Mi maggiore è arancione pallido con una sfumatura di grigio: chissà se si trova nel catalogo Pantone?» E racconta come sia rimasta sorpresa di scoprire che un musicista conosciuto alla scuola di jazz di Lucerna vede esattamente gli stessi colori come lei.
Ricerca sul cervello dell’Università di Zurigo: sinestesia confermata
Per capire meglio la sinestesia, Lea Lu ha partecipato a uno studio neuroscientifico dell’Università di Zurigo. In laboratorio, mentre venivano riprodotti 40 suoni diversi in sequenza casuale, tra cui anche il tintinnio dei bicchieri o rumori di aereo, doveva selezionare il colore che percepiva all’interno di uno spettro cromatico. «Ho nominato ogni volta esattamente gli stessi colori per i medesimi suoni. Questa è stata la prova che la mia percezione sinestetica è reale e non era solo frutto della mia immaginazione.»
Perdita dell’udito e scomparsa dei colori
In seguito a una perdita improvvisa dell’udito, la cantante è rimasta per alcuni mesi sorda all’80% e in quel periodo sono scomparsi anche molti colori. Questa esperienza è confluita nell’album «2». Nella canzone intitolata «I want my colors back» descrive come fosse stanca di tutto il nero.
Per fortuna i colori sono tornati. Negli ultimi anni sono nate così tante nuove canzoni, spesso ispirate dai viaggi (adora l’India) e in collaborazione con musicisti di tutto il mondo.
Ispirazione a New York
«A New York, dove ho vissuto sei mesi grazie a una borsa di studio, ho sentito suonare un trombettista fantastico in un piccolo locale. Senza pensarci due volte, gli ho chiesto se voleva suonare sulla mia canzone ‹Sun› – e ha accettato. Dopo l’ho cercato su Google e ho scoperto che suona anche per grandi nomi come Paul Simon o Taylor Swift.» Nel frattempo Lea Lu ha già fatto una serie di concerti con il trombettista noto con il nome d’arte di CARM.
«In tutto ciò che faccio, gli incontri con le persone sono la cosa più preziosa per me.»
«In tutto ciò che faccio, gli incontri con le persone sono la cosa più preziosa per me. Senza troppi sforzi così mi sono fatta una mia rete di contatti. Questi momenti sono un punto di partenza da cui la vita si sviluppa in modo del tutto naturale, e con essa la mia musica.»
Musica come un arcobaleno
Quest’anno Lea Lu ha in programma concerti a Londra e a Parigi, a inizio estate uscirà l’EP «Sun». La canzone che dà il titolo all’album si può già ascoltare online. In questo brano, la sua voce cristallina e al contempo melanconica si fonde con il suono rotondo della tromba. Chiudendo gli occhi durante l’ascolto, la splendida melodia appare come un arcobaleno, anche senza essere sinestetici.
Informazioni sulla sinestesia
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Cos’è la sinestesia?
La sinestesia è condizione neurologica in cui il cervello abbina più stimoli sensoriali tra loro, ad esempio l’udito e la vista. Questa doppia percezione si attiva automaticamente, in modo affidabile e costante. Le associazioni intenzionali o apprese non rientrano nella nozione di sinestesia.
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Quali tipi di sinestesia esistono?
Secondo il neurologo Richard Cytowic, esistono oltre 150 tipi di sinestesia. Ad esempio, Lea Lu ha la cromestesia, la variante «colorata» della sinestesia audio-visiva. Anche le lettere o i numeri possono essere associati ai colori (sinestesia grafema-colore). Nella sinestesia lessico-gustativa, invece, le parole hanno un sapore.
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Quante persone hanno la sinestesia?
La neuroscienza stima che il 4% circa della popolazione ha una forma di sinestesia. Questa predisposizione è diffusa soprattutto nei musicisti tra cui Lady Gaga, Stevie Wonder e Pharrell Williams, per citare alcuni nomi.
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Esistono test per accertare la sinestesia?
Sì, esistono svariati test e questionari per stabilire se si ha la sinestesia. Maggiori informazioni sono disponibili ad esempio su www.sensitivityresearch.com (in tedesco).
Sensi amplificati
Spesso, chi ha la sinestesia crede fino a una certa età che anche tutti gli altri abbiano la stessa percezione. Lo stesso accade alle persone ipersensibili, o meglio altamente sensibili. Per molto tempo nemmeno Jürg Bolliger si era reso conto di essere più ricettivo della media.